Giacomo Mameli, "Competenze"

Testo letto in tutti i Tg di Sardegna 1
28 gennaio 2002

Bastianino Brusco ripeteva soprattutto una parola: competenze. La esigeva dai suoi allievi di Economia a Modena che dovevano esigere competenze dai propri insegnanti e dovevano poi dimostrarla negli esami.
Esigeva competenze a tutti i livelli: in politica e nelle professioni, in tutte le professioni, nel confezionare il pecorino romano e nel mettere insieme i pixel di un computer.
Anche quando era arrivato al Banco di Sardegna aveva portato con sé il suo chiodo fisso delle competenze, che chiedeva agli amministratori pubblici e pretendeva anche dai funzionari dietro lo sportello di una banca. E ? si sa ? quando uno invoca competenze vuol dire che ne avverte la mancanza e perciò non si ritrova attorno molti amici.
Sebastiano Brusco non amava i riflettori della cronaca.
Dopo gli studi a Cambridge, si era appassionato alle piccole e medie imprese dell'Emilia Romagna e delle Marche. Lui, sassarese, sognava una Sardegna operosa, piena di distretti industriali, voleva che trionfassero i saperi locali, sperava che le competenze di Maranello e Sa ssuolo, di Brisighella e Carpi fossero estese a Lanusei e Carbonia, a Sennori e Capoterra.
Era felice quando vedeva un'azienda sarda competere - e vincere - nei mercati internazionali. Della Sardegna degli anni Duemila sottolineava i successi ottenuti soprattutto nel turismo e nel settore agroalimentare. E indicava sempre, con nome e cognome, i pochi casi dei sardi da emulare. Sardi competenti, capaci di amare una delle
terre più antiche del mondo ma pronti a cancellare i miti inutili. Per ricordarlo restano i suoi libri.
Noi ricorderemo la sua passione per una Sardegna moderna.
La voleva vedere popolata da sardi capaci, competenti.

[Ultimo aggiornamento: 10/09/2012 10:20:27]