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Seminari di Economia Politica_2 ottobre 2012

aula seminari | ore 14.15

Margherita Russo (Università di Modena e Reggio Emilia)
presenta
Reti di competenze nella produzione meccanica: un asset per lo sviluppo, di Daniela Bigarelli e Margherita Russo

Abstract
Dopo un decennio di dibattiti sul declino manifatturiero dell’Italia  –   e sulla piccola dimensione delle imprese come una delle sue cause – si sta affermando tra gli studiosi una lettura meno negativa dei caratteri strutturali che caratterizzano l’economia italiana, corroborata dai dati nuovi dei conti nazionali elaborata dall’Istat (2011) e anche dall’uso da parte degli studiosi di lenti più adatte per riconoscere fenomeni emergenti o caratteri strutturali, anche in assenza di statistiche adeguate per riconoscerne l’importanza (Brancati, 2010; Zazzaro, 2010; Arrighetti e Traù, 2012; Cipolletta e De Nardis, 2012; Coltorti, 2012). Della struttura produttiva italiana viene valorizzata la ricca articolazione manifatturiera, di rilievo nell’economia globale, anche se si segnalano le debolezze di burocrazia, corruzione, pressione fiscale che riducono le potenzialità di crescita. Il quadro che emerge da questi contributi ci presenta una industria manifatturiera italiana attraversata da fermenti di cambiamento. Una conferma di quali siano i punti di forza appare dalla lettura delle traiettorie di sviluppo dei paesi proposta dall’Atlas of Economic Complexity (Hausman e Hidalgo, 2011) che offre una lettura comparata dei sentieri di sviluppo di 120 paesi: una vera e propria mappa dei saperi produttivi. In quella mappa, la produzione di macchinari ha un ruolo rilevante perché è al centro di moltissimi collegamenti con altre produzioni esportate. Per quel che riguarda l’Italia, i dati dell’Atlas of Economic Complexity mostrano che l’industria meccanica, e segnatamente la produzione di macchinari destinati a particolari nicchie di mercato, rappresenta un asset strategico per lo sviluppo dell’Italia.
Negli studi sull’industria meccanica in Italia (Russo, a cura di, 2008; Menzani, 2011) e in quelli sull’industria meccanica a Modena (Metalnet, 2000, 2005 e 2007) e Reggio Emilia (Ginzburg Bigarelli 2009) viene messo in luce come la capacità innovativa delle filiere di specializzazione nei macchinari alimenti la capacità delle imprese di rispondere a esigenze sempre più sofisticate di clienti che operano in tutto il mondo, e di mantenere quindi elevati i vantaggi che derivano dalle reti di competenze sedimentate. In che modo si alimenta l’innovazione in quelle filiere? Quali sono le condizioni che mantengono elevata la capacità di rispondere a esigenze sempre più sofisticate di clienti che operano in tutto il mondo? A queste domande se ne aggiunge una più contingente, ma non meno rilevante per le prospettive di medio lungo periodo della struttura manifatturiera del paese: quali sono stati gli effetti della crisi sull’industria meccanica, che rappresenta un asset strategico per lo sviluppo dell’Italia? La ricerca sulla subfornitura meccanica in Emilia-Romagna   un’area di rilievo a livello nazionale sia in termini di occupazione che di contributo alle esportazioni   offre una lettura degli effetti della crisi sul sistema di filiere produttive e contribuisce a rispondere a queste domande, lungo due direzioni. La prima è la capacità del sistema produttivo di alimentare i processi di innovazione, la seconda riguarda i nessi tra istruzione, innovazione e ricerca come processi sociali che implicano interazioni a molti livelli nella società e nelle istituzioni.

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[Ultimo aggiornamento: 08/10/2012 11:51:37]