Giacomo Becattini, "Un teorico dalla parte della piccola impresa"


Il Sole-24 Ore
29 gennaio 2002

Sebastiano Brusco - Bastiano per gli amici - aveva, come molti suoi colleghi, due dimensioni: il teorico e l'osservatore dei fenomeni reali. Sul piano teorico Brusco aveva lavorato con Pierangelo Garegnani, producendo diversi lavori di pregio, fra cui spiccava la sua cura delle lezioni di Wicksell in chiave sraffiana.
Ma il vero bernoccolo di Bastiano consisteva nella sua capacità di osservare i fenomeni facendo abile uso degli strumenti dell'analisi economica, intesa, questa, in modo "comprensivo". Il suo studio sulla metalmeccanica bergamasca, ad esempio, resta un classico dell'indagine "economico-politica". La Teoria diceva unanime che - dipendendo l'aggiornamento tecnologico dall'investimento e dalla scala di produzione - la piccola impresa meccanica doveva essere tecnologicamente arretrata rispetto alla grande. Se così non appare, o è un imbroglio, o è un'illusione ottica. Ci voleva del coraggio e una buona dose di fiducia nel proprio lavoro di ricerca, per contraddire questo che era, al tempo stesso, un dogma dell'economia industriale e un luogo comune del linguaggio sindacale e politico del tempo. Ebbene è proprio questo che Brusco, nel clima incandescente del 1972, ha l'ardire di fare. Molto significativo, sottolineo, che quelle idee venissero da Modena, tempio del pensiero economico "di sinistra". " L'aver affermato la possibilità, la sola possibilità, che la piccola impresa fosse efficiente - scrive, tornando su quel saggio nel 1989 - mi valse, in più di un caso, qualche canzonatura, seppure temperata da un qualche rispetto formale". Oggi le tesi di Brusco fanno parte della saggezza convenzionale, ma allora, ripeto, erano autentiche bestemmie.
Da questa stessa spregiudicatezza teorica erano poi venuti i frutti più noti e maturi del pensiero di Brusco; in particolare i suoi saggi e i numerosissimi interventi, qua e là per il mondo, sulla problematica piccole imprese-distretti industriali. Qui Brusco, che era arrivato al distretto industriale per una sua strada originale - diversa da quella marshalliana, ma in definitiva convergente con essa - era un'autorità di livello mondiale. Fra i molti suoi saggi su questi temi, mi limito a ricordare, per il loro peso nel cambiamento del nostro clima intellettuale, quelli raccolti nel volume Piccole imprese e distretti industriali (Rosenberg & Sellier, 1989).
A molti è noto l'impegno civile e politico di Brusco; col suo lavoro di ricerca, col suo insegnamento, coi suoi allievi, egli ha fornito un grande sostegno alle amministrazioni locali emiliane nel loro periodo aureo. Non voglio dimenticare poi la sua presenza assidua, critica e costruttiva, nel gruppo costitutivo e animatore delle Settimane pratesi sullo sviluppo locale. Chi c'era, ricorda bene l'impeto e la lucidità, al tempo stesso, e quindi l'impatto notevole, dei suoi interventi.
Quello che mi impressionava di più in Brusco, era la sua capacità di guidare la ricerca empirica dei suoi collaboratori, proprietà assai poco diffusa nell'Accademia. Nel numero zero della Rivista italiana degli economisti (allora di Economia) del 1985, comparve un suo (e di una sua collaboratrice) rapporto di ricerca sull'abbigliamento, ch'io considero esemplare.
Gli ultimi anni l'avevano veduto impegnato, come Presidente del Banco di Sardegna, nell'impresa che più gli stava a cuore: lo sviluppo economico, sociale e civile della sua, indimenticata, Sardegna. Ma il mondo della banca non era il suo, e ne ritrasse più amarezze che soddisfazioni.
Il suo fisico, di fibra robusta, era stato molto bersagliato dalla sfortuna (aveva avuto, circa dieci anni fa un trapianto di cuore e di recente la resezione di un polmone), ma il suo spirito indomito non si piegava facilmente. Con Brusco scompare uno studioso singolare, unico nel suo genere, forse scontroso, ma mai astioso. Egli lascia validi allievi e cari amici, ma soprattutto lascia un messaggio di impegno civile, di calore umano nell'avvicinarsi ai fenomeni sociali, di ricchezza immaginativa nell'uso degli strumenti dell'analisi economica.

[Ultimo aggiornamento: 10/09/2012 10:18:18]