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Marco Onado
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Nei giorni scorsi  è scomparso Marco Onado, a lungo docente presso il Dipartimento.
I suoi colleghi di Modena lo ricordano con il testo che segue.
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Nell'Ateneo modenese Marco Onado giunge nel 1972, poco dopo la costituzione della Facoltà di Economia e Commercio, primo professore ordinario di una disciplina aziendale, denominata allora Tecnica bancaria e professionale e che più tardi sarebbe diventata Economia delle aziende di credito, a sottolineare lo stretto legame con la macro e la microeconomia. Tale nesso emerge con evidenza negli scritti di quegli anni e anche nel suo modo di affrontare la didattica nei corsi universitari, orientata a illustrare la complessa articolazione del sistema finanziario, la centralità degli intermediari finanziari e il loro importante ruolo nell'economia. Riscopre e coltiva approcci teorici allora pionieristici ed eterodossi (Gurley-Shaw; Minsky; Tobin), poi rivelatisi profetici in occasione della crisi finanziaria del 2007-2009. Una modalità di affrontare l'insegnamento della disciplina all'epoca sicuramente originale, diversa da quella abituale in corsi analoghi in altre università. A Modena si inserisce in una Facoltà in cui prevalgono giovani e brillanti economisti provenienti dalle Scuole romane di Pierangelo Garegnani e Paolo Sylos Labini. L'approccio ai temi finanziari, diverso da quello tradizionale delle discipline aziendali, favorisce il dialogo con questi colleghi e crea una sintonia non riscontrabile in altre realtà, molto produttiva sotto il profilo sia della ricerca sia della didattica. Si creano così le condizioni per il necessario sviluppo dell'area aziendalistica, soprattutto attraverso l'inserimento di giovani laureati formati in un'ottica multidisciplinare. 
In un periodo di tempo relativamente breve si forma, intorno a Marco Onado, un gruppo numeroso di docenti di materie finanziarie che si indirizza, nella ricerca e nella didattica, secondo i suoi insegnamenti. In quegli anni sviluppa e approfondisce molte relazioni con colleghi di Università di vari paesi europei, spinto, soprattutto, da un crescente interesse per l'analisi comparata dei sistemi finanziari. Di particolare rilievo, in tale ambito, è il rapporto di amicizia e di collaborazione scientifica con Jack Revell, con il quale dá vita, nel 1982, insieme ad alcuni altri colleghi italiani e stranieri, a un gruppo informale, denominato Wolpertinger, che annualmente si riunisce per discutere temi di attualità e di comune interesse e per prendere conoscenza dei risultati dell'attività di ricerca svolta nelle Università di provenienza dei partecipanti. La bontà dell'iniziativa è dimostrata dal fatto che un numero crescente di ricercatori, soprattutto giovani, si è unito, negli anni, al gruppo originario e che, ancora oggi, la riunione si tiene con successo e con obiettivi pressoché immutati. 
Nei primi anni ottanta Marco Onado si unisce al gruppo degli economisti di Prometeia e inizia a collaborare al Rapporto trimestrale di previsione, integrando il modello econometrico dell’economia italiana sulla moneta e sul credito con l’analisi delle scelte gestionali degli operatori finanziari, in particolare delle banche. E’ l’inizio di un percorso di studi e di ricerca, sui cambiamenti in corso nel settore finanziario, particolarmente fecondo in cui si fondono l’analisi economica, la strumentazione econometrica e lo studio dei comportamenti degli operatori finanziari. Coinvolgendo numerosi giovani ricercatori, di cui segue la formazione e la specializzazione in campo economico e finanziario, promuove e coordina un ampio programma di ricerca sulle trasformazioni del mercato finanziario: dal mercato monetario e i meccanismi di trasmissione della politica monetaria, al funzionamento del nascente mercato dei titoli di Stato a una serie di Rapporti sulle caratteristiche del mercato azionario italiano, comparato con quelli dei principali paesi. 
Nello stesso periodo, cogliendo in anticipo che il processo di liberalizzazione dei mercati& bancari avrebbe portato a notevoli cambiamenti nelle scelte di gestione delle banche, dà inizio ad un programma di ricerca che porterà alla nascita del Rapporto Prometeia di Analisi dei bilanci bancari, in cui si confrontano le situazioni patrimoniali e i risultati economici delle singole banche con una metodologia innovativa e in grado di stimolare una maggiore trasparenza. Altrettanto originale è il programma di ricerca che porterà, qualche anno più tardi, allo sviluppo di un modello econometrico di previsione delle grandezze patrimoniali e di conto economico del settore bancario e che darà vita al Rapporto di Previsione dei bilanci bancari.  
Nel 1984 si trasferisce alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e, nell’ambito dell’indirizzo politico-economico, tiene uno dei primi corsi di Economia degli Intermediari Finanziari, in cui affina ulteriormente l’approccio interdisciplinare allo studio crescente attenzione per il contesto regolamentare. 
Nel 1993 lascia temporaneamente l’insegnamento per l’incarico di Commissario Consob, ma continua l’attività di ricerca accentuando, anche in relazione al nuovo incarico, il suo interesse per i temi della regolamentazione, con una visione necessariamente sempre più internazionale. La partecipazione alla Commissione Draghi per la riforma del Testo unico della finanza lo qualifica come uno dei massimi esperti di sistemi finanziari. Torna all’Università nel 1998, arricchito di un’esperienza ed una sensibilità sui temi delle regole in materia di trasparenza e correttezza dei comportamenti degli operatori finanziari che ancora una volta trasferisce nell’insegnamento universitario.  
Agli studenti continua a rivolgere la propria attenzione con una costante innovazione nei programmi di insegnamento e nei libri di testo in cui riversa gran parte delle attività di ricerca.  
E’ questa una caratteristica che si ritrova in tutta la sua produzione scientifica rivolta all'insegnamento e che è continuamente integrata e aggiornata dai risultati della ricerca, dalle sue esperienze professionali e dai cambiamenti dei mercati e delle regole. Va peraltro osservato che i suoi manuali sono indirizzati agli studenti ma parlano anche alla comunità scientifica che in essi ritrova analisi originali e continui spunti per ulteriori ricerche. Ne sono esempi le diverse edizioni, pubblicate da il Mulino, dei volumi Il mercato monetario e finanziario in Italia (con Ernesto Monti), Banca e sistema finanziario (1982), Economia dei sistemi finanziari (1992), La banca come impresa (1996), Mercati e intermediari finanziari (2000) e Economia e regolamentazione del sistema finanziario (2004), su cui si sono formate numerose generazioni di studenti.  
Nel 2001 assume l’insegnamento all’Università Bocconi e inizia una fase della sua attività durante la quale all'impegno didattico e di ricerca unisce una sempre più intensa attività di editorialista, principalmente per il Sole 24 Ore, che gli consente di tradurre idee ed esperienza in un'azione incalzante e pubblica di stimolo alla riflessione e al cambiamento. In Bocconi, tra i diversi incarichi, tiene anche a battesimo (assieme al giurista Gaetano Marchetti) un corso molto innovativo su Economia dei mercati finanziari nell’ambito della Law School, specificamente dedicato ai giuristi e disegnato per integrare l’analisi delle fonti normative dell’assetto finanziario e bancario nazionale con una comprensione non superficiale dei meccanismi economici di funzionamento dei mercati e degli intermediari finanziari.  
Con gli anni duemila, si apre anche una fase nuova per la finanza mondiale, con l’alternarsi di esuberanti bolle speculative e di crolli disastrosi (dalla bolla internet alla crisi subprime), in cui emergono tutte le fragilità del sistema finanziario. L’impianto analitico a lungo coltivato da Onado - attento ai nessi tra comportamenti gestionali degli intermediari, politiche monetarie, politiche di vigilanza prudenziale e stabilità del sistema - gli consente di individuare le cause profonde dell’instabilità e le contraddizioni di un assetto regolatorio non adeguato. Sono gli anni in cui escono innumerevoli e importanti contributi sulla rivista Mercato Concorrenza e Regole, che scavano in profondità sulle opacità, le connivenze e le disfunzioni normative alla base degli innumerevoli scandali finanziari italiani. Articoli e saggi tecnicamente rigorosi nel contenuto, quanto sobri ed ironici nello stile: “I risparmiatori e la Cirio: ovvero pelati alla meta” (2003); “E poi non ne rimase nessuno. Agatha Christie, il sistema bancario meridionale e la Banca Popolare di Bari” (2005); “Andava a piedi da Lodi a Lugano. Storia della scalata alla Banca Antonveneta” (con Vittorio Malaguti 2011); “Smoke gests in your eyes. L’innovazione finanziaria e l’informazione: storie di fallimenti del mercato e dei regolatori” (2020). Uno stile che poi troverà anche espressione, di anno in anno, nelle sue lezioni su cinema e finanza al Festival dell’Economia di Trento, poi compendiate nel volume “Prendi i soldi e scappa. La finanza spiegata con il cinema” (Laterza 2018). Dopo la crisi finanziaria del 2007-2009, vedono la luce due importanti analisi a largo raggio delle disfunzioni del sistema finanziario internazionale: il primo, a caldo, è il saggio del 2009 “I nodi al pettine” (Laterza); il secondo, del 2017, è una riflessione in profondità sulle trasformazioni strutturali intervenute nel sistema finanziario, nelle prassi gestionali degli intermediari e nella regolamentazione: “Alla ricerca della banca perduta” (Il Mulino). Negli anni più recenti, la riflessione retrospettiva ha infine abbracciato l’intero arco della storia finanziaria e politica italiana dal dopoguerra ad oggi, con due saggi (scritti con Pietro Modiano) che rappresentano, anche nei titoli, il testamento intellettuale e politico di Marco Onado: “Illusioni perdute. Banche, imprese, classe dirigente in Italia dopo le privatizzazioni” (Il Mulino 2023) e l’ancora inedito “Venti contrari. Le responsabilità delle classi dirigenti nel declino italiano” (2025).